mercoledì 31 luglio 2013

Dentro lo specchio

Caro Diario,
 ogni tanto mi stupisco di me stessa.
 Nei momenti più impensati, mi ritrovo con carta, penna e sguardo perso in una visione: sto giocando al piccolo architetto. Così rimugino, immagino e risolvo le questioni geometriche più delicate di casa. A volte impiego settimane intere, a volte anche mesi, prima di sciogliere l'enigma e giungere a un lieto fine (che poi fine non è mai).
 Ma non questa volta. Questa volta - stupore! - mi prende un raptus improvviso, come sospinta da una volontà del tutto indipendente: ecco che sposto "momentaneamente" (ma so già dove andrà) la cassapanca tra le finestre, lo scaffale al posto della console, la console al posto della cassapanca. Ed è subito un'altra musica: non più cacofonica, ma armonica.
 Come rullo di tamburi, lo specchio della nonna. E' uno specchio antico, restaurato e regalato come dono di nozze dal bisnonno ebanista a sua figlia. E' carico di ricordi e d'affetto. E ora è appeso in camera nostra a compiere magie. Come attrarre degli oggetti del buon umore - qualche stampa, un paio di ricordi, i miei caleidoscopi - e farmi spuntare il sorriso a ogni occhiata.
 Al mattino mi piazzo davanti allo specchio per far ginnastica e la sera mi saluto prima di coricarmi. E dentro lo specchio appare una me stessa sorridente, felice e bella. Indubbiamente uno specchio fatato.


 Quanto mi piace questa nuova parete, così calda, così rassicurante. E questo specchio meraviglioso, a cui non devo nemmeno chiedere chi è la più bella del reame.
 Grazie, nonna!

P.S. Secondo il programma, oggi pulizia e riordino camera jolly. Ma gli imprevisti...

(-157; determinazione: presente; umore: roseo; obiettivo: arredare la camera da letto; risultato: ottenuto; camera jolly: manca...)

martedì 30 luglio 2013

Trentaquattresima settimana

Caro Diario,
 oggi non ho proprio voglia.
 Oggi proprio di parlarti di Punto Della Situazione e di Nuovo Piano D'Attacco non ho voglia alcuna.
 Però ti racconto una cosa. Capita talmente di rado di avere qualche minuto tutto per noi - sempre indaffarati a cavarcela con le rispettive quotidianità, ci ritroviamo la sera con poche parole e solo voglia di tranquillità -, ma quelle rare volte che accade, diamo vita a qualcosa di interessante.
 Tipo questa promessa solenne, pronunciata in un sussurro, mani nelle mani e occhi negli occhi:

 
 Dice lui: "Perché altrimenti sappiamo esattamente dove andremo a finire." In un vicolo cieco, dritti dritti nell'infinito caos, penso io.
 Non c'è nulla da fare:
la casa è grande, prepotente, scomoda, esigente, autoritaria, dispettosa, problematica, vendicativa, vanitosa. Autoinsufficiente.
Ha bisogno di cure, sennò si sente abbandonata. E reagisce di conseguenza.
 Siamo in balia di una casa tirannica, non ci resta che fare buon viso a cattivo gioco. Amen.
 Dice lui: "Dedichiamole mezz'ora al giorno; moltiplicato per due, è un'ora buona per starle dietro e arginare il caos." Ottimo Piano D'Attacco, penso io.

 P.S. Iniziamo oggi dai piani alti, con la camera da letto ripulita e riordinata. Domani camera jolly (ohibò).

(-158; determinazione: funzionante; umore: lucido; obiettivo: nuovo piano d'attacco; risultato: ottenuto, nonostante tutto; camera da letto: celo!)

mercoledì 24 luglio 2013

La donna degli esperimenti

Caro Diario,
 ecco qui la donna degli esperimenti.
 E' vero che son pigra, ma anche abbastanza curiosa. E a volte certi guizzi (preoccupanti) mi portano a sperimentare, provare, tentare: di solito le cose più improbabili.
 Quelle di cui voglio parlarti, hanno come oggetto l'olio di lino.

 Esperimento #1
 Incrollabile scettica, devo sempre provare sulla mia pelle le novità. Come quella volta che decido di seguire pedissequamente il settimo comandamento della nuova dieta: fare una ricca colazione e aggiungere il beverone salvavita. Bene, parto in quarta: acquisto una bottiglietta d'olio di lino (da tenere rigorosamente in frigorifero, altrimenti perde ogni proprietà, mi avvertono), una confezione di lecitina di soia in granuli e un succo di frutta all'ananas. Ci siamo. Il mattino dopo espongo il tutto sul tavolo e, con movimenti sicuri e precisi, preparo la pozione magica. Un quarto di olio di lino, tre quarti di succo d'ananas, due cucchiaini di lecitina. Scechero, scechero, scechero. Che strano odore, scechero, scechero. Pronto! L'odore è poco piacevole, meglio trattenere il respiro. Avvicino il bicchiere e inizio a bere. Glu (mpf), glu, glu (miodio, che schifo), glu (è viscido, granuloso, appiccicoso). Bleark. Sospendo l'esperimento, corro in bagno e... Vabbe', esperimento non riuscito. Il sapore e l'odore di olio di fegato di merluzzo andato a male mi accompagna fino a sera. Disgust.

 Esperimento #2
 Cosa me ne faccio di un litro d'olio di lino? Pensa che ti pensa, passano le settimane, il ricordo sconvolgente del beverone sbiadisce e la curiosità mi gioca un altro scherzo. Da qualche parte leggo che l'olio di lino fa bene ai capelli. Così un mattino, non si sa per quale motivo, decido di cospargermi la chioma del suddetto olietto. Dopo la doccia agisco con l'esperimento: apro la bottiglia, ne verso qualche lacrima nella mano (è spesso, codesto olio) e mi accingo a ungermi i ricci. Di positivo c'è che non cola (troppo denso), che il Baldo appena riesce mi lecca deliziato la testa, e che legati in una coda di pony i capelli stanno in ordine. See, per poco. Appena si asciugano, quello inizia ad agire, e il marito appena rincasato mi chiede: "Giornatina difficile?". Non particolarente, perché? Mi guardo allo specchio. Ussignur. Ricci indiavolati, come aspidi di Medusa immersi nello strutto. Calma, l'esperimento non è finito. Procedo con la fase numero due: lavare i capelli e osservare il risultato. Ecco, togliere quell'odioso odore di olio di fegato di merluzzo andato a male è molto impegnativo. Ma il risultato mi piace: ho una chioma lucida e gonfia, con bei riccioloni spessi e morbidi.
Esperimento riuscito.


(-164; determinazione: caparbia; umore: ballerino; obiettivo: sperimentare; risultato: ottenuto)

lunedì 22 luglio 2013

Trentatreesima settimana

Caro Diario,
 sono in preda a uno sconforto infinito.
 Vestiti piegati, ritirati e appesi: celo (ma solo a metà: il marito s'ammutina). Vestiti in attesa d'essere lavati: celo. Ordine generale nelle camere: manca.
 Sigh e sob. Ovunque mi volti, vedo cumuli di roba da sistemare. Quel che mi sconforta è che solo il 10% di tutto ciò ha un posto sicuro e tutto suo dove andare, il resto è allo sbando. Piccolo esempio? Nello studio i cavi elettrici, il materiale da laboratorio didattico (gesso, acquerelli, colori acrilici, carta papiro, lamine di metallo, strumenti da disegno e da scavo archeologico), qualche fotocopia e altre amorevoli cianfrusaglie orbitano confuse attorno al grande tavolo. Non è colpa loro, e non del tutto mia: sono in attesa della Grande Illuminazione. 
 La Grande Illuminazione mi mostrerà con chiarezza come organizzare tutto quanto, assegnando un posto preciso a ciascun oggetto. Amen.
 Aspetta e spera. Ma non aspettare troppo, la data della lunga festa con parenti e amici in giardino si avvicina inesorabilmente, ormai manca meno di un mese. E io mi chiedo: come farò a organizzare-sistemare-pulire-abbellire casa nei ritagli di tempo di così poco tempo?
 Devo svegliarmi un'ora prima? Devo approntare un programma d'attacco speciale? Devo issare bandiera bianca e chiamare un esercito di professionisti? Bah.
 Ergo, Nuovo Piano D'Attacco (del Punto Della Situazione non voglio nemmeno parlare):
 

(-166; determinazione: gagliarda; umore: giallo sole; obiettivo: nuovo piano d'attacco; risultato: ottenuto)

sabato 20 luglio 2013

Il punto tre

Caro Diario,
 è sabato mattina e me la godo.
 Forse non dovrei ammetterlo così brutalmente, ma il fatto è questo: è sabato mattina e il mio unico impegno improrogabile è dal dottore tra un paio d'ore. Decido, quindi, di occupare questo tempo prezioso per me.
 Salgo nella stanza jolly, sventolo il telo mare azzurro, lo lascio cadere sul tappeto, appiano le grinze. Scelgo dal portacidì la musica giusta, apro il lettore, inserisco il disco e la voce degli Eagles ammorbidisce l'atmosfera. Alzo il volume, perché le scimmie urlatrici sono già all'opera e potrebbero incrinare questo delicato equilibrio. Bene. Mi do da fare.
 A fare che? A rassodarmi. Ti ricordi del punto tre di settimana scorsa? Ecco, proprio quello. Mi sto dando da fare per rassodarmi. 

1. Al mattino, ogni mattino, mi concedo quindici minuti di ginnastica mirata: 
  • ancora slasagnata nel letto venti addominali (di quelli che devi gonfiare la pancia quando inspiri e ritirare l'ombelico sul fondo al termine dell'espirazione)
  • poi scosto le lenzuola, butto giù le gambe (sbadiglio) e da seduta venti ganci per le braccia (insomma, tiro cazzotti all'aria di fronte a me, alterno le braccia e mentre piego il braccio verso il petto, tiro col muscolo: ottimo antivela)
  • quindi mi alzo, a gambe leggermente divaricate e flesse venti torsioni del busto e venti piegamenti laterali
  • e venti squat (i miei preferiti: tanto sciocchi, quanto dolorosi)
2. Alla sera, prima di cena, rincaro la dose scegliendo tra due alternative:
  • trenta minuti di step in contemplazione delle ire di Gordon Ramsey (utilizzando l'aggeggio malefico, troppo a lungo rimasto impolverato)
  • un'oretta di ginnastica dolce al ritmo di musica: tre esercizi per le gambe, tre per i glutei, crunch per gli addominali, flessioni soft, esercizi per le braccia con gli elastici, un po' di stretching
 Be', certo, non tutte le sere riesco a star dietro a questo programmino, può capitare che stia ancora lavorando, o che sia fuori casa, oppure che me ne dimentichi (o finga di dimenticarmene). Insomma normale amministrazione. 
 Ma la costanza del mattino ripaga: giorno dopo giorno sento i muscoli affiorare da uno strato di gelatina persistente. Il viaggio sarà lungo, ma so che raggiungerò la mia meta. Allora, commossa come un naufrago sballottato dalle onde in tempesta, urlerò con voce rotta dall'emozione "terra!", ops... "muscoli!"

(-168; determinazione: allegra; umore: roseo; obiettivo: rassodarmi; risultato: wip)

martedì 16 luglio 2013

Un problema, un sistema

Caro Diario,
 ho un problema: sono invasa dai panni.
 Ho cumuli di panni sporchi in lavanderia e cumuli di vestiti puliti sulla poltrona. E più piego e ritiro panni - nella speranza d'intravedere la forma originaria della poltrona -, più il giorno dopo il cumulo triplica, anzi aumenta a dismisura. Ovunque.
 Ho come la sensazione che le cose non stiano funzionando a dovere.
 Ma ho un sistema per uscire da questo impasse. Un sistema che, una volta avviato, funziona per sempre.
 E' semplice e lineare: 
ogni giorno ci si dedica a una e una sola di queste attività: lavare, asciugare, stirare, piegare, ritirare;
il giorno dopo si passa alla fase successiva solo ed esclusivamente se la precedente è completata.
 Da tempo immemorabile mi ritrovo bloccata al secondo passo e sto facendo del mio meglio per piegare e ritirare tutto quanto, sicura di poter finalmente ricominciare il percorso con successo. E' da giorni ormai che nel mio quarto d'ora mattutino piego e ritiro panni. La luce in fondo al tunnel profuma di sapone di Marsiglia, ormai ci sono!
 Ma, cosa lo dico a fare?, c'è un ma: questo sistema miracoloso non tiene conto di due fattori importanti:
  1. i soprannomi Tartaruga (in gioventù) e Bradipo (in maturità) non sono dovuti al caso
  2. il marito, che s'impossessa di lavatrice e stendino e fa di testa sua, sta ingarbugliando tutto quanto
 Ce la farà la nostra eroina a portare a compimento il suo arduo compito?

fonte
 (-172; determinazione: quella sconosciuta; umore: eh?; obiettivo: trovare un sistema anti cumuli; risultato: ottenuto)

lunedì 15 luglio 2013

Trentaduesima settimana

Caro Diario,
 mi pento e mi dolgo di ogni mio peccato (fino al prossimo).
 Perché mentire? Rifugiata in un bosco di facili scuse e nascosta tra alibi probabili e tentativi di autoindulgenza, ho disertato la dieta.
 Il mese scorso non perdo nemmeno un quarto di centimetro, nonostante faccia la brava. Anzi, pare proprio che sia gonfia all'inverosimile. Colpa dello stress, sentenziano gli esperti. Potrebbe anche essere, mi convinco. 
 E allora, mi chiedo, che senso ha seguire la dieta se il risultato non può essere quello atteso? Così, offesa con il mondo, lo stress, gli esperti e l'equilibrio cosmico - e, devo dirlo, anche con l'età che avanza e il metabolismo rincitrullito - decido di fregarmene altamente di un'alimentazione sana e reintroduco alcune vecchie e perniciose abitudini.
 Due cucchiaini di chokladkrokant bredbar (in ikeese: crema di cioccolato con pepite di caramello) al mattino, invece di un cucchiaino di marmellata d'arance amare; altri due dopo pranzo, al posto dell'infuso di liquirizia; un paio ancora per merenda, al posto del succo di frutta (sempre ananas, che noia); qualche sgranocchiata di patatine al chilli dolce e sour cream per aperitivo. Fantastico. E magari una birretta, tanto per gradire.
 Così, dopo un Punto Della Situazione piuttosto discutibile, il Nuovo Piano D'Attacco non può essere che questo:


(-173; determinazione: a singhiozzo; umore: inclassificabile; obiettivo: nuovo piano d'attacco; risultato: ottenuto)

giovedì 11 luglio 2013

Ritratto di cane (opera di Van Gogh)

Caro Diario,
 una sola domanda: ci vorrà ancora bene?
 No, perché per ora il Baldo s'aggira con occhio sospettoso, rasente muro e - soprattutto - lontano da ogni possibile fonte d'acqua.
 Tutto inizia stamane. "Ho trovato il catino", esulta il marito (da qualche giorno, infatti, siamo in cerca di una bacinella abbastanza grande da ospitarci il Baldo). "Bene", esulto anch'io, "oggi bagno al Baldo."
 Il Baldo ci guarda preoccupato - che riconosca la parola bagno? - ma passan le ore e nulla accade.





 Mezzogiorno e qualcosa: l'acqua nel catino è tiepida, afferro sciampo, spugna e guinzaglio. Il giardino è grande e il canide lesto: se non lo teniamo stretto a noi, non lo riacchiappiamo più.
 Con gran fatica infiliamo il Baldo-dalle-zampe-palmate nella tinozza, lo insaponiamo, strofiniamo, grattiamo, massaggiamo, sventiamo due tentativi di fuga, sciacquiamo e risciacquiamo. Eccolo qui, profumato di lampone e tutto a ciocchette di pelo bagnato. Più offeso che mai. Si scrolla, e più si scrolla, più si offende.


 Poi accade una cosa strana: invece di buttarsi sul prato sotto il sole e strusciarsi sull'erba come gli altri esseri della sua specie, lui si adagia sulla brandina all'ombra e inizia a leccarsi. Si lecca per pulirsi.



 Ora giace sul suo cuscinone in casa, al sicuro, talmente irrigidito e pesante, da sembrare una statuina di piombo imbullonata al suo piedistallo. Ma col pelo lucido, profumato, morbidissimo, da fare invidia a un Trudi.
 Nonostante un paio di biscotti e molte coccole, ci osserva con diffidenza. Perciò ci chiediamo trepidanti: ci vorrà ancora bene?

(-177; determinazione: attiva; umore: positivo; obiettivo: lavare il Baldo; risultato: ottenuto)

martedì 9 luglio 2013

Trentunesima settimana

Caro Diario,
 che belle giornate, queste.
 E anche un po' strane. Mi sveglio presto, faccio ginnastica, chiacchiero col marito, gioco col cane, elaboro nuovi progetti, mi godo l'arietta fresca che entra in casa. Riesco anche a fare dei giri fuori, a vedere il mondo là fuori. E ricominciano le cene in giardino, una grigliata di carne, una torta salata... Ah, questa sì che è vita!
 Lontano dai soliti pensieri e dai soliti crucci. Quasi lontana da me stessa - come se mi guardassi tra le ciglia di un occhio solo. Ci sono ancora mille cose che vorrei migliorare, ancora qualche nastro al traguardo da spezzare.  
 Ma oggi, mentre sgambetto sullo stepper, mi chiedo: "E se io son proprio così? Incapace di far qualcosa di buono per me stessa? Perditempo, pigra all'ennesima potenza, procrastinatrice di professione, sognatrice e mai realizzatrice? Cioè, e se io son proprio così: sempre in fieri?" E poi: "In questo caso, avrò la forza di accettarmi di buon grado? Oppure mi trasformerò in un Don Chisciotte senza baffi? Non lo so, proprio non lo so!" Infine, slasagnata sul letto a controllare la tachicardia post-step: "E se invece è solo una fase di transizione? Un passaggio obbligato, come - che ne so - un rito d'iniziazione?".
 Insomma: tanti punti di domanda, pochi esclamativi (tanto per cambiare) e una sola risposta: boh!
 Intanto mi godo queste belle giornate (Punto Della Situazione abbastanza positivo) e mi ripropongo di continuare così (Nuovo Piano D'Attacco):


(-179; determinazione: comsì comsà; umore: roseo; obiettivo: nuovo piano d'attacco; risultato: ottenuto)

venerdì 5 luglio 2013

Cuori

Caro Diario, 
 è così che va.
 Chi non vuole affatto, parte. Chi vorrebbe tanto, rimane. Non è giusto.
 In dodici anni è la prima volta che a partire è lui e a rimanere io. E non mi piace affatto - mi sento un poco triste. Per fortuna c'è il Baldo a tenermi compagnia - e a intristirsi con me. 
 E così, mentre lui s'abbandona alla pennica perpetua (ottimo stratagemma per accorciare il tempo), io mi butto sul crochet. Ho un nuovo progetto in mente, e pare voglia concluderlo entro breve: il polso mi duole, il polpastrello dell'indice subisce trasformazioni morfologiche, il muscolo della spalla è contratta e una nuvola di pelucchi lanosi mi circonfonde.

 E' così che va: sono una romantica Q.Q.

(-182; determinazione: mmm; umore: mmm; obiettivo: abbattere la tristezza; risultato: mmm)

martedì 2 luglio 2013

Zic e foglie

Caro Diario,
 a volte basta un zic per capovolgere una situazione.
 Ogni zic ha la sua storia e la capacità di cambiar la storia. Grazie a un zic, per esempio, io e il marito siam sposati.
 Questo zic di cui ti voglio parlare è semplice semplice. In casa abbiamo una stanza che cambia nome a seconda dell'umore (nostro) e dei mobili che ospita: stanza degli armadi, stanza guardaroba (+ cassettiere e console), stanza della musica (+ hi-fi e casse), craft room (+ tavolo e macchina da cucire), stanza del relax (+ poltrone della nonna), stanza degli orrori (+ poltrone della nonna sommerse da vestiti, scarpe, asciugamani, lenzuola e qualsiasi cosa immaginabile). Tsk.
 In poche parole: una tristezza infinita. E uno spreco totale di uno spazio che potrebbe diventare strategico e, soprattutto, vissuto con piacere.
 Medito molto in questi giorni, e giungo alla conclusione che in questa casa manca una stanza degli svaghi. Lo so, il fienile sarebbe l'ideale, ma ci metteremo mano solo tra molti, molti e molti anni. Sicché questa camera è perfetta. Cioè: tra qualche spostamento di vecchi mobili e acquisto di nuovi, sarà perfetta.
 Intanto preparo l'atmosfera. Di luce ce n'è sempre tanta, sulla parete color oliva il sole brilla e crea nuove sfumature, l'affaccio sul giardino è dolce. I colori saranno tutti sul tono del verde - lime, prato, oliva, menta, acqua, turchese - per trasfomrare quattro pareti in un piccolo falso giardino d'inverno.
 Ed ecco che estraggo dalla manica (ehm) alcuni stickers della mia folta raccolta. Zic!


 Con un semplice zic, ogni volta che passo di qui, mi spunta un sorriso (prima fuggivo tappandomi gli occhi).  Avevano ragione gli antichi romani: per allargare gli orizzonti, si può sempre trasformare un locale squallido e triste in un giardino pieno di fresche frasche.

(-185; determinazione: alta; umore: verdeggiante; obiettivo: organizzare la stanza degli svaghi; risultato: molto in fieri)

lunedì 1 luglio 2013

Trentesima settimana

Caro Diario,
 da oggi si ricomincia: disciplina, disciplina, disciplina!
 Mi sveglio con il cinguettio e la luce del sole che filtra dalle persiane. Sbadiglio e penso: "Nuovo inizio. Bando alle ciance".
 Non voglio lasciarmi andare alla deriva, come il mese scorso. Voglio ancorare le mie giornate a boe salde e ferme. Voglio governare le mie ventiquattro ore con abitudini buone e sane.
 Perciò, appena sveglia, ripasso nella mente la lista di cose da fare:

  07.30 - sveglia & ginnastica dolce
  07.45 - rifo il letto & apro le persiane di sopra
  08.00 - in lavanderia: carico la lavatrice/stendo i panni/piego e ritiro i panni
  08.15 - apro persiane sotto & fo colazione
  08.45 - denti, trucco & parrucco
  09.00 - lavoro ...
  11.00 - spuntino & lavoro ...
  13.00 - lavastoviglie da svuotare & pranzo
  14.30 - lavoro ...
  16.30 - merenda & lavoro ...
  18.30 - ginnastica/passeggiata col Baldo/varie ed eventuali
  19.30 - doccia
  20.00 - cena & lavastoviglie da riempire
  21.00 - relax
  23.00 - nanna

 Meglio lasciare al mattino i lavori tediosi (letto, lavanderia, ...): nel pomeriggio m'impigrisco troppo e, con estrema nonchalance, tendo a dimenticarmene. E poi al mattino, con quella luce calda ma ancora dolce, tutto mi sembra possibile.
 Ecco, oggi alcune voci le cancello, anche se scivolano più in là sulla tabella di marcia. Not bad per una procrastinatrice nata.
 Del Punto Della Situazione cosa posso dire? Che non contempla una voce fondamentale: riposare. Ma riposare, riposo, e pure tanto. Tra un riposino e l'altro riesco anche a pulire un paio di stanze (per questa volta evito di trasferirmi) e a muovermi dentro e fuori casa.
 Il Nuovo Piano D'Attacco è scontato:


(-186; determinazione: buona; umore: buono; obiettivo: nuovo piano d'attacco; risultato: ottenuto)
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