lunedì 31 agosto 2015

Consiglio spassionato per autisti prudenti

Caro Diario,
  oggi voglio dare un consiglio spassionato a chi, come me, è un autista prudente.
  Autista prudente è un eufemismo. Sto parlando di chi è al volante della propria macchina e raggiunge con difficoltà i settanta chilometri orari. Di norma segue tutte le indicazioni dei limiti di velocità: ovunque e in qualsiasi stagione. Anzi: se trova limiti di velocità troppo elevati, li ignora bellamente e rimane sui suoi 50 (esagerando 60) km/h.
  Ecco, sto per dare un consiglio spassionato proprio a questo tipo di gente. Non c'entra l'età, né il sesso, né la fede religiosa/politica, né la visione del mondo: qualsiasi sia la sua motivazione edificante, questa persona è un automobilista prudente e come tale va rispettato.
  
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  Autisti prudenti di tutto il mondo uniamoci e facciamo rimbombare le strade di muisca assordante! Con lentezza, estrema lentezza.

(-1; determinazione: in ripresa; umore: buono; sorriso del giorno: lento con brio!)
  

mercoledì 26 agosto 2015

Generazioni di lana

Caro Diario,
  che sorpresa!
  Domenica, giorno di festa qui da noi, entra in casa un borsone rosso. Passa dalle mani di mia zia alle mie: "È della mia mamma", dice. "Oh", faccio in tempo a dire, prima che la festa inizi e gli eventi della giornata accadano.
  Lunedì mi siedo sul divano, davanti al borsone. "A noi due", dico. Lui tace.
  Nel silenzio di una mattina di fine estate, estraggo dal borsone il suo contenuto: sacchi trasparenti di gomitoli di lana colorati. Di lana bella, di colori belli - proprio quelli che mi mancano: marroni chiari, verdi polverosi, gialli delicati, azzurri sfumati di mare e cieli autunnali.
  Immagino una nuova coperta: a onde, coi colori della stagione che più amo. Grande da avvolgermi dentro di sera in giardino, coi rimasugli di sole impigliati lassù, tra le nuvole.
  Mi par già di sentire le parole del marito: "Ma a me, una nuova coperta no?"
  "Certo, anche per te: ce n'è per tutti."

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Aspetta da tre generazioni, questa lana, per trasformarsi in qualcosa di caldo e protettivo.
(-5; determinazione: rinvigorita; umore: colorato; sorriso del giorno: lana, tanta lana!)

lunedì 24 agosto 2015

È disdicevole ballare?

Caro Diario,
  credi che a 40+ sia disdicevole ballare?
  A volte mi prende una smania di saltare, dimenarmi, lasciarmi andare al ritmo: voglio ballare! Da quanto tempo non lo faccio? Troppo.
  Non ascolto più la radio al mattino mentre mi preparo alla nuova giornata, non saltello più in modo scomposto, né sorrido soddisfatta davanti allo specchio: solo quindici anni fa lo faccio sempre. Sempre. Non mi ricordo nemmeno che posso ballare.
  Ma l'altro giorno in macchina m'è venuta una voglia prepotente: la musica è ad alto volume, l'aria della sera entra dai finestrini, io e il marito muoviamo le nostre estremità con gioia. 
  Io: "Andiamo a ballare?!"
  Lui: "Dove?"
  Io:"In discoteca! Con la musica che ti attraversa i muscoli! Come una volta."
  Lui: "Una volta avevamo vent'anni e i quarantenni ci facevano pena."
  Io: "..."
  C'ha ragione. 
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(-7; determinazione: quasi evaporata; umore: umido; sorriso del giorno: voglia di ballare!)

mercoledì 19 agosto 2015

Lavori in corso: il cortile (1)

Caro Diario,
  ti racconto una storia.
  È la storia di un povero cortile poco curato, bistrattato e pure un po' dimenticato. Agli inizi è in stato d'abbandono, ricoperto di asfalto e erbacce in parti uguali. Nell'angolo una scala di pietra lo unisce al ballatoio, ora non c'è più. Per anni è innaffiato di cemento e cosparso di terra e ghiaia - trasferiti poi all'interno di casa a fare bella mostra di sé sul parquet (nuovo). Ma le cose cambiano, per fortuna.
  Il Lavoro Dell'Estate 2015 è ridare lustro al cortile. Perché il cortile è la prima cosa che si vede di casa nostra, ancor prima di raggiungere la porta d'ingresso e bussare: un brutto cortile è un brutto benvenuto. Non solo per gli ospiti, comprensivi oltre ogni misura, ma soprattutto per noi: vogliamo che il cortile ci accolga col suo sorriso più smagliante, per sorridere a nostra volta con calore.
  Perciò diamoci dentro!
  Sappiamo già come lo vogliamo: 
  • nuova pavimentazione
  • nuova aiuola per fiori e piante 
  • dipingere la facciata di casa
  • ridipingere il casotto dei bidoni, i portoni del garage, le ringhiere, le persiane
  • chiudere con un graticcio il fienile
  • rivestire il cancello
  Iniziamo a concentrarci sulla pavimentazione: lavoro lungo, da farsi durante le vacanze del marito (povero marito, che sogna vacanze vere fatte di dolce far niente). Abbiamo deciso di reimpiegare le lastre di pietra ricavate dalla ristrutturazione: le vogliamo posare con una fuga larga, per permettere all'erba di crescere e dare un tocco di colore all'intero cortile. Per posizionare le lastre al livello giusto rispetto alle pendenze per lo scolo dell'acqua e alla quota dei marciapiedi, dobbiamo abbassare il terreno. Quindi si scava! 

Togli le pietre

  Sotto allo strato di terra mista a ghiaia e residui di cemento si nasconde un letto di ciottoli di fiume, la vecchia pavimentazione. Quindi, per scendere al livello giusto, dobbiamo toglierli. Numerose carriole più tardi, sono in giardino: un gran mucchio di ciottoli pronti per essere trasformati in future bordure.
  Fatto questo, possiamo realizzare l'aiuola lunga e stretta che delimita il lato ovest del cortile. Riutilizziamo i vecchi cordoli in cemento della vecchia aiuola, molto più lunga e larga della nostra, e riempiamo i buchi tra le pietre del muro di confine.

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Metti le pietre

  Quando raggiungiamo il livello giusto, possiamo scegliere le lastre di pietra migliori. Lavoro lungo, faticoso e pesante - soprattutto sotto il sole cocente di giugno! 
Scelte le pietre, le posizioniamo in file per trovare gli accostamenti giusti.
  Quindi le spostiamo sui marciapiedi (dopo averle fotografate e numerate), fissiamo la guaina al marciapiede, aggiungiamo un tubo tra griglia e pozzetto e iniziamo a stendere uno strato di cemento, su cui posiamo definitivamente le lastre di pietra: prima lungo i bordi, dove è più facile controllare la quota con l'aiuto di una staggia, poi verso il centro, procedendo dal cancello al garage. In alcuni casi (troppi) abbiamo dovuto scavare ulteriormente il terreno, perché le pietre erano più spesse di altre. Un altro lavoro lungo, faticoso e di precisione.

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Riempi le fughe

  Riutilizziamo la terra nera, recuperata dai lavori di sistemazione del giardino e conservata per otto anni in due barili, e la stendiamo tra le fughe. Seminiamo l'erba, del tipo resistente perché il cortile sarà il regno del Baldo e di Pagnottella (la macchina). Bagniamo e aspettiamo che cresca: quando finalmente spuntano i primi fili è una festa!
  L'erba ben bagnata cresce in fretta nonostante l'arsura di luglio, e dopo due settimane e mezzo dobbiamo già tagliarla: felicità!

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Riempi l'aiuola

  È tempo di andare al vivaio per scegliere le piante per l'aiuola. Vogliamo delle rose rampicanti, che riempiano il muro divisorio in pietra di foglie verdi e di boccioli profumati. Chiediamo consiglio a Cristina di Un giardino di libri e andiamo in cerca di rose Lady Waterlow: purtroppo il vivaio a cui ci rivolgiamo non le ha, ma scegliamo altri due tipi, le Cesar e le Flower Rain. Non vediamo l'ora di vederle fiorite!
  Per aggiungere altro colore, abbiamo acquistato anche delle petunie viola, delle begonie rosa e delle zinnie bianche per abbellire i davanzali delle finestre.

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  Questa è la storia del nostro cortile: i lavori non sono ancora completati, ma il risultato fin qui ci piace moltissimo e rientrare a casa è diventata una gioia.

P.S: Quando scrivo "noi" intendo "io dirigo e il marito esegue". Molto più breve usare "noi".

P.P.S. Al Baldo tutto questo non piace: non può più scavare buche rinfrescanti nel cortile, non può più nascondere i tozzi di pane nella terra della vecchia aiuola scancagnata, non può fare pipì sulle rose... Insomma, un disastro.

(- 12; determinazione: sopravvive; umore: resiste; sorriso del giorno: il cortile quasi nuovo!)

lunedì 17 agosto 2015

La musica mi fa correre

Caro Diario,
  la musica è strana.
  Mi piace lavorare nel silenzio. Le parole, mentre le scrivo, risuonano nella mia testa come una melodia. Una melodia che compongo con piacere e passione: mi piace il suono delle parole, trovare l'accostamento giusto, armonizzare la durata, trascrivere col ritmo le emozioni provate.
  Le parole scritte sono l'espressione del mio animo. Impiego anni per accorgermene e prenderne coscienza.
  Eppure a volte ho bisogno di musica: musica forte, che mi trascina nel vortice e mi fa rimbalzare il cuore! Musica delicata, quasi un sussurro, per ritrovare la serenità. Musica ritmata, coinvolgente come un tango argentino in mezzo a una folla di curiosi! 
  Non ho un genere preferito, i miei cantanti del cuore son ancora quelli da ragazzina: non seguo la radio, non sono aggiornata. E poi ho un difetto: delle canzoni non ascolto le parole, ma solo la melodia - per me la voce è solo un altro strumento.
  Da piccola, la musica ascoltata in macchina durante la gita domenicale in città mi fa uno strano effetto: guardo fuori dal finestrino seduta al mio posto, ma non sono lì - in realtà corro veloce nei campi a fianco dell'automobile. Corro a una velocità incredibile, mi lascio alle spalle il senso di impotenza, corro libera, forte, felice, con grinta e determinazione. Corro per la gioia di correre e fendere l'aria col mio corpo, le braccia che si alternano avanti e indietro, i piedi che quasi sfiorano la terra. Corro, corro, sempre più avanti, sempre oltre, senza sentire fatica, ma solo il battito del mio cuore che pompa all'unisono con la musica...
  Oggi ho chiuso gli occhi. I vicini di casa sono soliti dialogare (ehm) alzando la voce, lavorare diventa difficile. Allora accendo la musica, alzo il volume, mi appoggio allo schienale della sedia e ascolto. E quando una canzone riesce a toccare le corde giuste, chiudo gli occhi e sono ancora là fuori a correre nel vento.
(-14; determinazione: resistente; umore: sorridente; sorriso del giorno: musica a palla!)

mercoledì 12 agosto 2015

Che serata, Baldo!

Caro Diario,
  agosto riprende il controllo.
  Il caldo afoso non c'è più: al suo posto il sole forte e alto e un'arietta piacevole. Agosto segna lo spartiacque dell'estate: si torna a climi più miti, più freschi, più propensi alla socializzazione.
  Qui in collina si sta già bene e la sera, poco prima di cena, usciamo a fare un giretto col Baldo. Muri, asfalto, pietre, finestre, macchine rimbombano ancora il loro calore, ma con un tono più dimesso, meno convinto rispetto ai giorni scorsi: camminare per le strade deserte non fa più boccheggiare. Il silenzio regna sovrano: le persone sono in casa a cenare e le macchine ferme nei loro parcheggi. In giro si vedono solo i cani coi loro padroni. 
  Percorriamo il nostro giro abituale intervallato dalle solite tappe: soste infinite a segnare gli angoli, gli alberi, le isole di erba alta, il cespuglio all'incrocio. Aspetta, una traccia interessante! Ferma, devo snasare ancora un po'! Il nostro canide lascia i suoi biglietti da visita liquidi sulle bacheche canine del paese: "Telefonare ore pasti, chiedere di Baldo".
  Poi, d'un tratto, drizza le orecchie: due cani all'orizzonte l'hanno avvistato!
Le conosciamo, sono Kira e Mika: adorano il Baldo e il Baldo le adora. Andiamo verso la loro famiglia e subito il silenzio serotino s'infrange: Kira abbaia festosa al Baldo, i cani del vicinato abbaiano stizziti saltando e rimbalzando contro le cancellate dei loro giardini. Noi umani scambiamo qualche parola, osservando rapiti i nostri cani: Kira lecca il Baldo dappertutto, gli salta addosso, lo invita a giocare, correrebbe volentieri con lui in un prato infinito! Mika si avvicina discreta, lo annusa e aspetta che l'amica le lasci un po' di spazio. Il Baldo non capisce più nulla, ma ha un sorriso così largo che tra poco rischia di perder le oreccie per strada.
  Appena torniamo a casa - dopo aver incontrato altre tre cagnoline (una timorosa, una cucciola e una vecchietta dai denti storti) - il Baldo si slasagna sul pavimento del patio: ha la lingua penzoloni e sorride ancora.

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(-19; determinazione: calma; umore: vacanziero; sorriso del giorno: il Baldo e le sue conquiste!)

lunedì 10 agosto 2015

Quel giorno che incontrai il FastReset

Caro Diario,
  te ne devo parlare, perché è importante.
  Lo sai, tutto ha inizio dal mio incidente - la punta dell'iceberg.
  Nel 2012 curo le ferite e prendo le misure con la nuova me stessa.
  Nel 2013 mi dedico al lavoro anima e corpo, da mattina a notte, sette giorni su sette, cinquantadue settimane su cinquantadue. Non ho tempo per accorgermi di nulla.
  Nel 2014 finisco il lavoro. Ho tanto, troppo tempo per accorgermi di come la mia vita sia cambiata in peggio. E mi dispero perché, pur cercando, non trovo la via d'uscita. Poi, inaspettatamente, la soluzione si manifesta in tutta la sua splendida semplicità: un'amica di un'amica, traumatizzata come me, supera il terrore chiedendo aiuto a una persona.
  Nel 2015 chiedo aiuto a questa persona e risolvo il mio problema.
  Lei è Maria Grazia Parisi ed è un medico psicoterapeuta. Ha inventato un metodo scientifico, pratico e veloce per rimettere in carreggiata chi s'è bloccato. Il metodo si chiama FastReset, acronimo di Focused Awareness Shift Technique Reprocessing Emotional Subjective Experiens Traits (aiuto), ma significa anche "ripristino veloce" ed è spiegato nei suoi libri: FastReset. Il metodo rapido di guarigione emotivaLa soluzione FastReset. Il metodo rapido per gestire il cervello emotivo e superare ansie, paure e conflitti nelle relazioni, nello studio e nel lavoro.  
  Mi affido a questo metodo con piena fiducia perché si basa sull'osservazione e lo studio del funzionamento del cervello: in questi casi, infatti, le chiacchiere mi piacciono poco, preferisco la sicurezza dei risultati.
  Mio caro Diario, provo a spiegartelo in maniera semplice. Immagina di essere una macchina e che il tuo cervello sia il pilota: di solito guida in manuale, ma a volte inserisce il pilota automatico. Il pilota automatico serve per farci vivere: ci protegge dai pericoli. Il pilota manuale, invece, serve per farci vivere bene. Quando la macchina si trova di fronte a un pericolo inaspettato, il cervello inserisce il pilota automatico, che trova la soluzione migliore per sopravvivere, e poi riprende il controllo manuale. Se, però, non riesci a superare il trauma (come è successo a me con l'incidente), il pilota  automatico s'inceppa: rimane sempre inserito, tu sei sempre all'erta e spaventato, e non riesci più a vivere bene. 
  Non ti preoccupare, mio caro Diario: il FastReset conosce la meccanica del cervello e riesce con poche e semplici mosse a disincastrare il pilota automatico, ponendo fine allo stato di continuo allarme e di ansia infinita. Finalmente il cervello riprende la guida manuale e ci fa vivere di nuovo bene.
  Inizio questo percorso di strada a gennaio e in poche tappe (tre, come gli anni di blocco) non ho più paura di guidare. Poi, visto che il metodo funziona, mi sto rifacendo tutta!

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(-21; determinazione: roarr; umore: altrettanto; sorriso del giorno: il FastReset!)

venerdì 7 agosto 2015

Buon compleanno, Baldo ♥

Caro Diario,
  oggi il Baldo compie cinque anni.
  In verità non siamo sicuri che oggi sia il suo compleanno: la sua prima famiglia - quella che lo prende a Natale per il figlioletto, poi lo relega in cortile perché troppo grande, infine lo abbandona nelle campagne romane per le vacanze - non lo registra all'anagrafe canina. 
  Sul suo libretto sanitario come data di nascita scriviamo il primo agosto 2010, ma è una scelta fatta a posteriori.
  Per noi è oggi, il compleanno del Baldo: il 7 agosto 2011 alle 00.30, dopo un viaggio di sei ore (da Buonconvento a Invorio) entra con titubanza in casa e s'avventa su un gomitolo di lana azzurra.
  Ricordo tutto di quel viaggio: ricordo le sei ore in macchina da Invorio a Buonconvento, sfidando il traffico dei vacanzieri; ricordo il suo sguardo perplesso appena sceso dall'altra macchina e come si avvicina alle mie gambe; ricordo le sei ore di ritorno con le pause in autogrill "prima io, poi tu", per non lasciarlo solo. Ricordo soprattutto che il cuore ci batte forte di felicità e amore.

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7 agosto 2011

  Al Baldo non importa che oggi sia il suo compleanno: importa di trovare un po' di refrigerio in casa, che i gatti stiano al loro posto, che io abbia sempre voglia di fargli le coccole e che il suo migliore amico torni presto a casa per giocare con lui.
  Non riesco a ricordare come fosse la vita prima del Baldo, sicuramente non così allegra, piena d'amore e felice.

(-24; determinazione: abbacchiata; umore: basso - come la pressione; sorriso del giorno: il compleanno del Baldo!)

lunedì 3 agosto 2015

Un mese di libri (moltiplicato due): giugno e luglio - diesel

Caro Diario,
  luglio, questo mese bollente e implacabile, si raffredda e finisce.
  Le mie letture sono lente, poi s'impennano e quasi s'inceppano. Il motore fa capricci, forse il carburante non è quello giusto. O forse sì...
  In ogni caso, eccole qui, le mie disordinate letture.

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  Viaggio in Mediterraneo di Giorgio Daidola
  Leggerlo è stato un viaggio interminabile, durato un mese intero. Mi aspettavo un'avventura da fiato sospeso, angoli segreti svelati, bellezze mozzafiato... Nada. Ma, poiché non mi do per vinta, giungo fino all'ultima riga. Talmente impegnativo, che ti rimando altrove per scoprire cosa ne penso.

  Facciamo ordine di Sabrina Toscani
  Entusiasmante: lo leggo ben due volte, lo sottolineo, lo riassumo e ne parlo copiosamente. È il primo libro italiano di organizzazione personale scritto da una professionista dell'organizzazione. Spiega come migliorare la nostra vita senza formule magiche o metodi estremi, ma semplicemente ascoltando se stessi e le proprie esigenze, in ogni fase della vita.

  Il club delle ricette segrete di Andrea Israel & Nancy Garfinkel
  Mi ci voleva, per prendere una pausa e immergermi nelle vite degli altri. È un libro epistolare: due amiche si scambiano lettere, sentimenti e ricette da quando son bambine finché diventano donne. Poi un'incomprensione generata da un segreto ben nascosto rovina tutto, le loro vite si allontanano e l'incomprensione s'inasprisce. Mi piacciono i romanzi culinari: i fatti della vita e le emozioni si intersecano con la preparazione di pietanze particolari; i gesti e il sapore si trasformano in ricordi e quel piatto diventa un eterno déjà vu. 

  Le Relazioni Culinarie di Andreas Staikos
  Ricordo con esattezza il momento in cui scelgo di leggere questo libro. Ricordo la libreria, lo scaffale, l'illuminazione, il mio umore. Ricordo d'essere incuriosita e poi soddisfatta. Torno a casa col mio acquisto e lo leggo alla luce della finestra, mi lascio trasportare dalle parole e viaggio verso il caldo della Grecia, esattamente nel condominio in cui si svolge la storia. Una storia di amore, passione, desiderio e golosità, condita dai profumi e dai gusti della cucina greca. Bello, bellissimo - ironico, arguto, un vero tuffo nella Grecia di poco fa.

  Dolce come il cioccolato di Laura Esquivel 
  Secondo me un capolavoro. Rapisce tutti i sensi e fa venir l'acquolina in bocca e ti fa credere che, davvero, la cucina è una magia. La storia è ambientata nel Messico del primo Novecento, quando le tradizioni familiari possono ancora rovinare la vita di una povera fanciulla. È la storia di tre sorelle diversissime tra loro, una madre-padrona, tre uomini che amano intensamente, una cucina e le depositarie dei suoi segreti. Ogni ricetta è legata a un momento particolare, a un evento sorprendente, e i cibi preparati da Tita, la protagonista, hanno effetti collaterali quasi magici, che rivoluzionano l'assetto familiare così come i villistas di Pancho Villa rivoluzionano la storia del Messico. Ho un debole per Gertrudis, la sorella di mezzo diventata soldatessa a capo di un drappello di rivoluzionari.

  L'isola sotto il mare di Isabel Allende
  Mai letto un libro della Allende: so che è brava e piace, ma non mi attira. Però è da un po' che questo libro mi guarda dallo scaffale della libreria e mi dice: "provami, sfogliami, dai... magari ti piaccio". Lo prendo e inizio a leggerlo: è vero, scrive proprio bene. Eppure mi fermo dopo un centinaio di pagine e non riesco più ad andare avanti. La storia è interessante, ambientata nell'isola di Haiti di fine Settecento, tra schiavi africani deportati e nobili europei esiliati (volontariamente, loro) nelle piantagioni di canna da zucchero. Tutto affascinante, scrittura che cattura, ma non è quel che cerco ora - a quanto pare. Ti rimetterò sullo scaffale, libro, e ti riprenderò quando sarà giunto il momento giusto. Prometto.

(-28; determinazione: stanca; umore: marino; sorriso del giorno: leggere, leggere, leggere!)
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