venerdì 30 novembre 2012

Stile libero

Caro Diario,
 l'orso esce dalla caverna!
 L'orso sono io, abituata ormai da quasi sei mesi (2 di assoluto riposo dopo l'incidente + 3 1/2 senza macchina) a stare a casa e fare tutto tra le mura domestiche: da casa lavoro e da casa mi connetto col resto del mondo e chiacchiero con le amiche. Per uscire devo esser munita di una super motivazione.
 E così, un'altra malsana abitudine prende il sopravvento.
 Mi rintano nel mio microcosmo, dotato di tutte le comodità e le sicurezze di cui necessito. Mi protegge dalle incognite esterne, ma incomincia a starmi stretto.
 Lo so, per allargare i miei orizzonti dovrei ricominciare a prendere in mano la macchina e superare quella paura infinita. Ma non oggi: oggi esco a piedi per portare a termine il lavoro di ieri!
 Vivo in un piccolo paese sulle colline tra due laghi (ma di acqua lacustre non vedo alcuna onda, né scintillio): tre piazze una dietro l'altra, racchiuse dalle strade che mettono in comunicazione con i centri più grandi, due banche, la posta, il comune, la biblioteca, due supermercati, qualche altro negozio, due imprese funebri e un campo da calcio.
 Esco di casa, dunque, e mi dirigo in posta, pago la bolletta (ehm, il sollecito di pagamento) e scambio qualche chiacchiera con l'impiegata, davvero simpatica e gentile. Ne esco col sorriso sulle labbra. Sulle strisce pedonali saluto la presidente della biblioteca che torna a casa in macchina. Passo davanti all'edicola e saluto la signora che faccio disperare ogni mese, quando, all'uscita della mia rivista preferita, mi presento all'alba per ritirarne almeno un paio di copie. Attraverso la strada e saluto il mio vicino di casa, che ha l'ufficio in quella casa appena ripitturata di giallo e arancio polvere. Sull'angolo c'è la gastronomia e dalla vetrina saluto il cuoco che parla al telefono. Entro nel cortile e saluto la vicina, con cui scambio qualche battuta sul tempo. Davanti a casa m'aspetta il Baldo, saltellante di gioia.
 Entro nel mio caldo rifugio e ancora sorrido.
 Ma quanto mi son persa?

 P.S. Per festeggiare questa piccola conquista, oggi pomeriggio mi concedo un lungo bagno caldo con sottofondo musicale jazz, candeline e paperella. In puro stile libero ;-)


(-359; determinazione: alta; umore: roseo; obiettivo: uscire di casa; risultato: ottenuto)



giovedì 29 novembre 2012

C'è posta per me

Caro Diario,
 oggi sono in vena di ricordi. Pensando alla me stessa di quindici anni fa, mi vedo come una perfetta macchina da guerra: disciplina, disciplina, disciplina! Ma anche tanta felicità e gioia di vivere.
 Non so perché, ma le regole mi rendono libera.
 Poi, dieci anni fa, il meccanismo s'inceppa: l'inizio di un nuovo amore (il marito), la fine di un vecchio amore (il lavoro) e il subentro mellifluo di nuovi perniciosi usi e costumi.
 Oggi, dopo il sollecito di pagamento del gas - farcito di perfide minacce - il mio ricordo va con nostalgia al sistema d'archiviazione delle bollette: appena arrivate, sono subito segnate sul calendario e posizionate in prima fila accanto alla porta d'ingresso; appena pagate, sono immediatamente ripiegate nella busta, "nominate" con utenza-periodo-scadenza-importo e infilate nel raccoglitore insieme alle altre, divise per categoria e anno.
 Un sistema perfetto, di gran soddisfazione.
 Devo averle ancora in giro in uno degli scatoloni, in mezzo ad altre inutili scartoffie.
 Oggi il mio metodo è: 1) esclamo "Toh, c'è posta!", 2) apro e leggo importo e scadenza, 3) butto fogli e busta nel cassetto dell'ingresso, 4) me ne dimentico totalmente.
 Ma il cassetto è prossimo a scoppiare e devo correre ai ripari.


 Perciò, mi metto di buzzo buono e svuoto il cassetto incriminato, mentre Baldo (il cane) seduto accanto a me cerca di masticare qualche lettera, e inizio a smistare: un mucchietto per la banca, uno per il lavoro, uno per ciascun tipo di utenza, uno per le assicurazioni e, infine, uno per le spese per la casa. Ognuno tenuto insieme con le bellissime clip a forma di orante (regalo di mia sorella) e di nuovo dentro al cassetto.
 Ammetto, però, di non aver completato il lavoro - mancano i contenitori in cui smistarli e le etichette per non confonderli :(
 Ma la giornata ormai è finita e ho giusto il tempo di prepararmi la tisana, puntare la sveglia e addormentarmi.

P.S. Stamane ho faticato a svegliarmi al rintocco delle 8.00, forse la tisana è troppo rilassante. Ma persisto.

(-360; determinazione: vacillante; umore: spento; obiettivo: impostare archivio bollette; risultato: non pervenuto)

mercoledì 28 novembre 2012

Buona notte

Caro Diario,

 la sveglia persiste e io obbedisco, seppur immensamente controvoglia. Il mio problema? Vado a letto troppo tardi, tipo cinque o quattro ore prima del trillo petulante della sveglia. Ovvio che il mio smalto al mattino sia un poco opaco.
 Ma è un cane che si morde la coda: la sera m’addormento inaspettatamente sul divano davanti alla televisione (vigliacca); mi sveglio tutta anchilosata alle prime ore del mattino, quando il volume della vigliacca è in modalità discoteca, e raggiungo a fatica il letto, dove rimango con gli occhi aperti ad aspettare un Morfeo distratto. 
 Poi suona la sveglia - la mia nuova sana abitudine – e passo il resto della giornata imbambolata. Per fortuna lo stress mi mantiene vigile quanto occorre, finché dopo cena, sul divano, mi rilasso. Pure troppo.

Dunque, nuova sana abitudine: allo scoccare delle 23.00 tutti a nanna! In ogni caso e in ogni situazione (mannaggia, domani sera c’è Closer in seconda serata! Non riuscirò a vedere i miei soliti quindici minuti prima di crollare).
 La inserisco subito nel programma settimanale: 


 Per l'occasione  istituisco anche un nuovo rito propiziatorio: una calda tazza di tisana rilassant da sorbire lentamente sotto le coperte, mentre leggo qualche pagina di Agatha Christie.


 Ops, è quasi ora: buona notte!

(-361; determinazione: alta; umore: uggioso; obiettivo: andare a letto presto; risultato: in divenire)

martedì 27 novembre 2012

Io & la sveglia


Caro Diario,
  dopo un anno di sveglia odiosa e assassina, prometto di abolirne l’uso: voglio dormire fino a sera, alzarmi per fare una lauta colazion-cena, un bagno rilassante e tornare a dormire felice. Un giorno dopo l’altro, fino a fare il pieno di sonno.

 Invece non mantengo. Vorrei, ma non posso mantenere: ho una vita da riorganizzare e al mattino rendo meglio (se non dormo).
 Indi, punto la sveglia: non troppo presto, altrimenti potrei riaddormentarmi o, peggio, ignorarla; un orario educato, tanto per allenarmi al richiamo.
 E la sveglia suona puntuale. Dopo la scampanata mattutina della chiesa, dopo la prima sirena della fabbrica, dopo le urla allegre e impietose dei bimbi a scuola, dopo la seconda sirena della stessa fabbrica e dopo il richiamo perforante della vicina al gatto, finalmente, suona.
 Mi alzo mugugnando, m’infilo la vestaglia, apro tutte le sei persiane del piano di sopra (bagnandomi abbondantemente), scendo le scale, apro tutte le sei persiane del piano di sotto (bagnandomi ancora), riempio la teiera, l’infilo nel microonde, premo il pulsante sette volte e, finalmente, mi siedo. Sono a pezzi.
 Nemmeno uno sprazzo di sole a incoraggiarmi! Zero biscotti sfiziosi per rallegrar la colazione…
 Non posso garantire sulla durata di questa sana abitudine. Non posso, ma devo!
 Per ora la inserisco nel mio programma settimanale, poi vedremo se ha messo radici.

 
   
P.S.:  Purtroppo, mio caro Diario, e senza capirne il motivo, ho iniziato la mia giornata lavorativa sempre alla stessa ora (cioè tardi). In compenso ho due occhiaie così buie e profonde, che sembrano i solchi dell’aratura sacra di Saint-Martin-de-Corléans.

(-362; determinazione: alta; umore: uggioso; obiettivo: alzarsi con la sveglia; risultato: in divenire)

lunedì 26 novembre 2012

Salvata dalla SWOT


Caro Diario,
 lunedì è il giorno ideale per iniziare nuove avventure - soprattutto quelle poco entusiasmanti.
 Ecco perché non lo amo affatto: di lunedì inizio la dieta, l’ora quotidiana di ginnastica, le pulizie di casa, il ciclo settimanale del bucato, il Lavorone accantonato, la serie di incombenze burocratiche e il corso d’ubbidienza per cani. Di martedì sono spossata, di mercoledì succede un imprevisto, scordo quel che devo fare per il resto della settimana, di domenica mi sento in colpa e tutto ricomincia di nuovo all’alba del lunedì successivo. Una faticaccia.
 Questa volta li frego tutti. Oggi è lunedì e io non agisco, bensì pianifico. Tiè!
 Pianificare m’è dolce, nasco apposta per approntare piani d’attacco e piani di riserva. Studio il problema, lo analizzo e cogito.
 Incomincio con una bella analisi SWOT della situazione attuale, con i miei punti di forza e di debolezza e le opportunità e le minacce provenienti dall’ambiente esterno:




Ergo il sistema per raggiungere il miglior risultato è “fregare” le mie debolezze e assecondarle per trasformarle in punti di forza. E le minacce dall’ambiente esterno (ovvero il paesino di collina in cui mi ritrovo a vivere)? Chiudo la porta di casa e fingo che non esistano.
 Ed ecco il risultato di questa lunga giornata: il mio piano d’attacco!

  

Stai forse insinuando che pianificare sia una perdita di tempo e che il risultato di oggi è pari a zero? Pfui.


(-363; determinazione altissima; umore: roseo; obiettivo: piano d'attacco; risultato: ottenuto)
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