giovedì 24 novembre 2016

Ehi, son già quattro anni! Come vola il tempo... (e altre banalità)

Caro Diario,
  buon compleanno!

  A te, che mi conosci ormai da quattro anni e accogli ogni pensiero, desiderio, fatica, successo, sconfitta, risata, paura, sospiro.
  A me, che divento ogni giorno più EX.
  Quattro anni fa il mio desiderio è: prepararmi fisicamente e psicologicamente al botto degli Anta in trecentosessantacinque giorni.
  Come ben sai, non riesco. Impiego molti giorni e molti altri ne impiegherò: ci vuole il tempo giusto per diventare la persona giusta. Nel frattempo l'impresa da disperata diventa dolce.

  L'età mi pesa per la sua pignoleria fisica: i segni sulla pelle, la vista allungata, il sonno perduto, la stanchezza in agguato - mi ricordano che la mia vera età è quella anagrafica.
  L'età mi piace per la sua lucidità mentale: la pazienza d'aspettare, l'elasticità morbida, la saggezza di una storia imparata, il divertimento fanciullesco - mi ricordano che la mia vera età è quella dell'anima.

  Cambiamo e cresciamo assieme, mio Caro Diario. Quindi, tanti auguri a noi

mercoledì 16 novembre 2016

È autunno, tempo di liquori

Caro Diario,
  è autunno, fantastica stagione.
  In giardino fioriscono i crisantemi, gli altri fiori fanno marameo e aspettano la primavera. Gli alberi del vicino perdono le foglie e l'aiuola delle piante aromatiche ci chiama a gran voce: è ora di potare le fronzute chiome e riempire la dispensa!
  La lippia, soprattutto, ci dà grande soddisfazione: da quando è in terra, riparata dai venti, protetta dalla parete in sasso e in pieno sole, cresce gagliarda e produce foglie brillanti e profumatissime di limone. 
  È tempo di raccolto, è tempo di trasformare le foglie in un liquore verde, brillante e profumatissimo!
  Ecco la ricetta:

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  Ecco il liquore:

sorrisoa365giorni-liquore-lippia

  Quest'anno tre raccolti e tre litri di liquore di lippia: prosit!

(-7; determinazione: brillante; umore: agrumato; sorriso del giorno: liquore di lippia!)

giovedì 10 novembre 2016

Un mese di libri. Ottobre in viaggio

Caro Diario,
  ottobre passa col suo manipolo di libri.
  Leggo disperata e disperata cerco qualcosa da leggere: prometto di non comprare alcun libro nuovo e mantengo la promessa (abbasso i buoni propositi!) Solo libri già nella libreria di casa, quelli tralasciati da qualche anno, che sotto il mio sguardo speranzoso-dubbioso emanano una luce colorata, manco fossero pavoni in amore.
 

  Harry Potter e la maledizione dell'erede di J. K. Rowling, John Tiffany e Jack Thorne
  Inizio proclamando che è un regalo, giuro! Lo sfoglio, lo leggo, lo finisco nel giro di poche ore - non che sia difficile: non è un romanzo, ma un'opera teatrale. Ah. 
  Certo è colpa mia e della mia mancanza d'informazione, ma non mi piace, non mi piacciono i personaggi, gli intrecci, le incursioni nel passato, i futuri anteriori. Come direbbe Claudio Baglioni, "ci son cascato come un pollo, io".

  Il salto di Saffo di Erica Jong
  Acquistato anni fa, attratta da Saffo - dell'autrice non conosco alcunché, se non il nome. Ma Saffo mi affascina, per i suoi versi poetici così vivi e contemporanei; nudi da qualsiasi artificio, puri, semplici ed esplosivi. Quale studente di greco non ha mai amato Saffo? 
  Il libro ne racconta la vita travagliata sotto la protezione di Afrodite, per cui gli amori più grandi sono i più dolorosi, distanti e deludenti, mentre le amicizie più grandi sono le più felici, vicine e deluse. Il mito, la storia, la poesia s'intrecciano con la voce dell'autrice, e di Saffo, nonostante le sue debolezze e leggerezze, ci s'innamora.

  Colazione da Tiffany di Truman Capote
  È freddo e grigio e piove, il pomeriggio s'allunga noioso. Allora decido di vedere un film di Audrey Hepburn, Colazione da Tiffany: l'ultima volta mi lascia insoddisfatta e voglio ricordare perché. Lei è fantastica, la musica pure, le assurdità simpatiche, ma la storia... Bah! La storia è triste e disperata. 
  Da qualche parte ho il libro da cui è tratto, di cui non ricordo nemmeno una virgola. Lo leggo con curiosità e scopro quanto sia diverso dalla versione cinematografica. Il libro non regala alcun lieto fine, solo la speranza che Holly Golightly abbia trovato il suo posto nel mondo. 

  Sale e zafferano di Kamila Shamsie
  L'autrice è una cantastorie. Incolla il lettore alle sue parole, incantandolo con colori, profumi, sapori e storie di famiglia. La protagonista è pakistana, discendente da una nobile famiglia divisa a metà dalla scissione tra India e Pakistan. Dopo quattro anni di studi negli Stati Uniti d'America torna a Londra dalla cugina e poi a Karachi, a casa. Qui il suo presente (un bell'americano di umili origini pakistane, l'incontro col ramo indiano della famiglia, la rappacificazione con la nonna) crea arabeschi col suo passato (la maledizione dei quasi gemelli, le decisioni del nonno e dei suoi fratelli, la storia d'amore della cugina) e, quando finisce, mi sento un po' sola.

  Il talento dei Parsi di Bapsi Sidhwa
  Questo è un libro che mette sete. Bevo la storia di Faredoon Junglewalla, che giunge a Lahore con la famiglia, che lotta tutta la vita contro la suocera, che prospera nel commercio, nelle conoscenze e negli affetti. Bevo la storia di suo figlio e del suo amore per il denaro e le sue stravaganze. Bevo le parole, mi riempio della bellezza dei Parsi, della loro ironia, della bravura dell'autrice e mi ubriaco. Trovare un libro altrettanto caldo, caloroso, accogliente e divertente non sarà facile.

(-13; ehi! menotredicigiorni?! determinazione: golosa; umore: sereno; sorriso del giorno: libri!)

mercoledì 2 novembre 2016

Cinquantesima settimana, delle promesse

Caro Diario,
  anche novembre arriva, coi suoi trenta giorni contati.
  Arriva, come ogni anno, in pompa magna: una vigilia, una festa, fiori e colori, candele e lumini, pacche sulle spalle e qualche lacrima - di ricordo o circostanza.
  Novembre spunta dalle nebbie mattutine e ci sveglia col sole già alto. Gioca distratto con  mucchi di foglie gialle e la sera, con uno sbadiglio freddoloso, se ne va a dormire presto. Come me.
  Il cambio d'ora m'intontisce: mi sveglio alle sette del mattino, ma son già le ex-otto; m'addormento come ubriaca alle nove di sera, ma son già le ex-dieci. Mangerei (notare il condizionale) a tutte le ore, ma lo farei già a tutte le ex-ore!
  Insomma, novembre avanza come un re burlone, si toglie il pigiama bianco-nebbia e indossa la divisa azzurro-cielo e rosso-foglie, mi guata con occhio critico e mi dice: "Con te faremo i conti, presto." Glab.
  A ottobre prometto ritmi laschi e meno impegni. Ma non mantengo: nuovi impegni (seppur bellissimi) pretendono ritmi allegri e - tra un insulto e l'altro a me stessa - mi adeguo. Come si può scegliere tra la salute e la realizzazione di un sogno, se una esclude l'altra e viceversa?
  A novembre prevedo nulla d'invariato: ritmi allegri e impegni da onorare. Cercherò di uscire spesso e trovare nuove sedie e nuovi tavoli da cui lavorare.

(-21; determinazione: raffreddata; umore: nebbioso; sorriso del giorno: ehm)
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